Palazzo Ducale
Residenza dei duchi Ceva Grimaldi, feudatari di questi territori. Accanto alla funzione residenziale, il palazzo aveva anche quella amministrativa: vi erano, infatti, l’erario per l’amministrazione delle terre e per l’esazione delle gabelle, la corte di giustizia e le carceri che erano situate al pianterreno. Il palazzo – se si eccettua il breve periodo in cui fu di proprietà del conte Rocco Stella che tenne il ducato telesino dal 1707 al 1723 – dopo essere appartenuto per quasi un secolo ai Ceva Grimaldi i quali lo utilizzarono principalmente come residenza signorile, passò nelle mani del duca di Campolieto Lucio di Sangro che aveva acquistato il ducato nel 1779 . La venuta di Giuseppe Bonaparte nel regno di Napoli pose fine ai privilegi feudali (1806) ed i di Sangro persero il feudo. Restaurata nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, la monarchia spagnola nel regno di Napoli, divenne feudatario di Telese e signore di Solopaca il duca di Casacalenda Francesco di Sangro. Questi fece costruire la sua abitazione nell’attuale via Roma nei pressi del Palazzo Ducale che, non più abitato, restò luogo di giustizia e sede di uffici e carcere, come testimoniano alcune sentenze lì emesse intorno al 1820, nonché qualche scrittura (datata 1830) di affitto del palazzo al sindaco per l’uso di giustizia regia e carcere. Lo stabile, il 13 febbraio 1824, fu colpito da un incendio che, sprigionatosi da una ciminiera, procurò un danno di circa 70 ducati. Il palazzo, che in passato ospitò per pochi giorni le Clarisse di Cerreto Sannita dopo il terremoto del 1688 , fu uno dei luoghi dove nel 1701 si radunarono i congiurati di Macchia. In seguito dal 1844 fu trasformato in ospedale per i numerosi soldati di passaggio per Solopaca. Costituitosi nel 1860 il Regno d’Italia, l’immobile fu venduto alla famiglia D’Onofrio dal duca di Casacalenda. Dal 1861 al 1962 quasi tutto l’edificio fu adibito ad uso improprio; divenne, infatti, caserma dei carabinieri . In questo periodo il palazzo subì alcune modifiche come la realizzazione dei tramezzi nella galleria del secondo piano per ospitare le camerate dei militari, nonché la tompagnatura di alcune porte nel cortile e la realizzazione al pianterreno di due celle di sicurezza, mentre gli uffici e l’appartamento del comandante della stazione dei carabinieri furono realizzati al piano nobile. Successivamente il palazzo fu ampliato ad est: abbattuta una casa confinante, fu realizzata una scala laterale fino al primo piano che compromise l’unità architettonica dell’edificio, nonostante si fosse realizzato un portale simile a quello principale e si fosse aggiunta anche una finestra uguale a quelle esistenti sul prospetto principale. Sempre alla fine del 1800 furono abolite alcune finestre sulle facciate laterali.
Tra il 1950 ed il 1960 alcuni ambienti furono adibiti a scuola di avviamento professionale e a scuola elementare e nello stesso periodo alcuni vani al pianterreno furono locati per civile abitazione. Dal 1967 il palazzo è rimasto completamente inutilizzato e oggi versa in stato di forte degrado. Nel 1986 è stato acquistato dal Comune di Solopaca e successivamente è stato vincolato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle province di Caserta e Benevento. Attualmente l’edificio, essendo in fase di restauro, non è visitabile. Sono stati recuperati solo alcuni ambienti al pianterreno, destinati a sede della Pro Loco.Presenta una facciata simile a quella della chiesa del SS. Corpo di Cristo, con motivi geometrici in bassorilievo con figure floreali e linee orizzontali. La sua costruzione fu ultimata nel 1682 e fu la residenza dei duchi Ceva Grimaldi, feudatari di questi territori. Accanto alla funzione residenziale, il palazzo aveva anche quella amministrativa: vi erano, infatti, l’erario per l’amministrazione delle terre e per l’esazione delle gabelle, la corte di giustizia e le carceri che erano situate al pianterreno. Il palazzo – se si eccettua il breve periodo in cui fu di proprietà del conte Rocco Stella che tenne il ducato telesino dal 1707 al 1723 – dopo essere appartenuto per quasi un secolo ai Ceva Grimaldi i quali lo utilizzarono principalmente come residenza signorile, passò nelle mani del duca di Campolieto Lucio di Sangro che aveva acquistato il ducato nel 1779 . La venuta di Giuseppe Bonaparte nel regno di Napoli pose fine ai privilegi feudali (1806) ed i di Sangro persero il feudo. Restaurata nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, la monarchia spagnola nel regno di Napoli, divenne feudatario di Telese e signore di Solopaca il duca di Casacalenda Francesco di Sangro. Questi fece costruire la sua abitazione nell’attuale via Roma nei pressi del Palazzo Ducale che, non più abitato, restò luogo di giustizia e sede di uffici e carcere, come testimoniano alcune sentenze lì emesse intorno al 1820, nonché qualche scrittura (datata 1830) di affitto del palazzo al sindaco per l’uso di giustizia regia e carcere. Lo stabile, il 13 febbraio 1824, fu colpito da un incendio che, sprigionatosi da una ciminiera, procurò un danno di circa 70 ducati. Il palazzo, che in passato ospitò per pochi giorni le Clarisse di Cerreto Sannita dopo il terremoto del 1688 , fu uno dei luoghi dove nel 1701 si radunarono i congiurati di Macchia. In seguito dal 1844 fu trasformato in ospedale per i numerosi soldati di passaggio per Solopaca. Costituitosi nel 1860 il Regno d’Italia, l’immobile fu venduto alla famiglia D’Onofrio dal duca di Casacalenda. Dal 1861 al 1962 quasi tutto l’edificio fu adibito ad uso improprio; divenne, infatti, caserma dei carabinieri . In questo periodo il palazzo subì alcune modifiche come la realizzazione dei tramezzi nella galleria del secondo piano per ospitare le camerate dei militari, nonché la tompagnatura di alcune porte nel cortile e la realizzazione al pianterreno di due celle di sicurezza, mentre gli uffici e l’appartamento del comandante della stazione dei carabinieri furono realizzati al piano nobile. Successivamente il palazzo fu ampliato ad est: abbattuta una casa confinante, fu realizzata una scala laterale fino al primo piano che compromise l’unità architettonica dell’edificio, nonostante si fosse realizzato un portale simile a quello principale e si fosse aggiunta anche una finestra uguale a quelle esistenti sul prospetto principale. Sempre alla fine del 1800 furono abolite alcune finestre sulle facciate laterali.
Tra il 1950 ed il 1960 alcuni ambienti furono adibiti a scuola di avviamento professionale e a scuola elementare e nello stesso periodo alcuni vani al pianterreno furono locati per civile abitazione. Dal 1967 il palazzo è rimasto completamente inutilizzato e oggi versa in stato di forte degrado. Nel 1986 è stato acquistato dal Comune di Solopaca e successivamente è stato vincolato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle province di Caserta e Benevento. Attualmente l’edificio, essendo in fase di restauro, non è visitabile. Sono stati recuperati solo alcuni ambienti al pianterreno, destinati a sede della Pro Loco.
Palazzo Cutillo
Palazzo a struttura neoclassica, costruito nel 1826 e destinato inizialmente a centro di sostegno per indigenti e poi sede di un Ente Morale nel 1918. Danneggiato con il terremoto del 1980, poi ristrutturato, è oggi destinato ad ospitare il Museo Enogastronomico (MEG). Il Palazzo comprende un’area di quasi 500 metri quadri ed è costituito da tre piani oltre a un seminterrato; vi si accede tramite un ingresso “basso” da Corso Cusani oppure un ingresso “alto” da Via Procusi. Al suo interno è possibile ammirare le volte e gli archi del seminterrato, gli affreschi al primo piano, il sottotetto in legno su capriate palladiane e il belvedere sulla valle del Taburno.
MEG – Museo Eno Gastronomico
Il MEG, Museo Eno-Gastronomico, oltre alle caratteristiche tipiche museali, è un polo di ricerca articolato su tre filoni:
– il primo concerne il rapporto tra l’arte e la produzione enogastronomica, attraverso l’esposizione di una collezione di etichette di prodotti alimentari (dalla fine dell’800 ai nostri giorni), con pezzi rari e originali, che illustrano l’evoluzione storico-artistica del design alimentare;
– il secondo, attraverso un percorso didattico dedicato all’enogastronomia, alla sua storia ed agli studi scientifici legati ai prodotti alimentari, indaga sull’evoluzione del falso alimentare e delle nuove forme di illegalità in tale campo, fornendo utili informazioni per difendersi in tale settore;
– il terzo si occupa del rapporto tra l’alimentazione e la salute, fornendo informazioni sulle capacità nutritive dei cibi e sulla loro incidenza sul benessere dei consumatori.Il MEG, Museo Eno-Gastronomico, oltre alle caratteristiche tipiche museali, è un polo di ricerca articolato su tre filoni:
– il primo concerne il rapporto tra l’arte e la produzione enogastronomica, attraverso l’esposizione di una collezione di etichette di prodotti alimentari (dalla fine dell’800 ai nostri giorni), con pezzi rari e originali, che illustrano l’evoluzione storico-artistica del design alimentare;
– il secondo, attraverso un percorso didattico dedicato all’enogastronomia, alla sua storia ed agli studi scientifici legati ai prodotti alimentari, indaga sull’evoluzione del falso alimentare e delle nuove forme di illegalità in tale campo, fornendo utili informazioni per difendersi in tale settore;
– il terzo si occupa del rapporto tra l’alimentazione e la salute, fornendo informazioni sulle capacità nutritive dei cibi e sulla loro incidenza sul benessere dei consumatori.
Ponte Maria Cristina
Opera intitolata alla Regina Maria Cristina di Savoia, moglie di Re Ferdinando di Borbone, ultimato nel 1835 dall’Arch. Luigi Giura, fu distrutto con la Seconda Guerra Mondiale e poi ricostruito nel 1947, conserva tuttavia i ruderi della struttura in ferro del vecchio ponte, tra cui la lapide celebrativa della sua costruzione posta nel primo pilastro. il ponte fu uno dei primati ingegneristici del Regno delle Due Sicilie, dopo il Real Ferdinando sul Garigliano, fu il secondo ponte sospeso a catenaria costruito sull’Europa continentale.